La Storia di Pescina
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La Storia di Pescina
La presenza remota più tangibile dell'uomo nelle vicinanze di Pescina risale al Paleolitico Superiore Mesolitico, precisamente nella grotta Tronci e nel Riparo Maurizio.
Vi e continuità storica, provata da ritrovamenti di reperti archeologici, nelle successive Età del Bronzo e del Ferro. Con il VI sec, a.C., c'e l'arrivo nelle nostre zone di gruppi umbro - sabellici, la cui unione con gli indigeni (locali) genera il popolo dei Marsi, Nei secoli successivi: VI, V, IV a.C., si formano nel territorio dei Marsi, le cinte fortificate od Oppida.
Nel tenimento di Pescina vi troviamo gli Oppida di Rocca Vecchia, Colle Cucume o Castelrotto, La Giurlanda, Vallo di S. Nicola, Piano di S. Nicola e M. Parasano.
Una delle scarse testimonianze di questo periodo si ha nel ritrovamento di tombe italiche nella zona detta "Le Pergole", nelle vicinanze di Pescina: tombe databili intorno al VI, V sec, a.C..
L'Impero Romano si espande e tra alleanze, guerre e pacificazioni con i Marsi, si arriva alle famose guerre Italiche o Marse (negli anni 91 - 88 a.C.).
Nel 91 a.C. un certo Quinto Vezio Veziano, con l'incarico d'oratore italico, fa un'ambasceria al Senato Romano.
Egli è originario del casale di Vezzano o Vezziano (Pescina), della famiglia Marsa dei Vezzia, che in loco possedevano una villa; prove se ne hanno dai ritrovamenti di tombe nella contrada pescinese di Castelrotto.
Successivamente, si ha notizia di un'avvenuta distruzione di Rocca Vecchia nell'anno 8'9 a.C, con Milonia (Milionia) da parte del console romano Lucio Silla.
E' certo che pescinesi presenziano, nell'estate del 52 d.C., alla festosa inaugurazione dell'emissario che l'Imperatore Claudio aveva realizzato per prosciugare il Lago Fucino.
Nel 303 d.C., durante la persecuzione dei cristiani dell'Imperatore Diocleziano, e martirizzato in Apamea (Pescina) il Santo Massimo Levita; infatti, nel martirologio cristiano, al 30 d'ottobre così si legge: "Apameae S. Maximi Martyris sub eodem Diocletiano".
Nel 568 d.C. iniziano le invasioni barbariche dei Longobardi. In quegli anni così tristi e bui per le nostre genti, grande importanza acquista il monastero pescinese di S. Maria in Apignanicis, ma nell'anno 880 d.C., per opera dei Saraceni e incendiato e distrutto e tutti i monaci uccisi.
E' riedificato solo nell'anno 981 d.C., per sentenza imperiale di Ottone II.
Con l'anno 1000 l'epoca del Feudalesimo e nel suo pieno sviluppo.
Poco lontano da Pescina, a Colli di Monte Bove, nasce nel 1079 S. Berardo, la cui vicenda terrena e la cui Santità accompagneranno i pescinesi fino ai nostri giorni.
Pescina in quegli anni era feudo della Contea di Celano, con una popolazione di circa 1000 abitanti; ne troviamo conferma nel catalogo dei Visconti, redatto sotto l'Imperatore Guglielmo II, nell'anno 1173.
Nel 1109 e nominato Vescovo dei Marsi dal Papa Pasquale II S. Berardo, che governo la Diocesi fino alla morte, avvenuta nell'anno 1130.
Fu sepolto nella chiesa di S. Sabina in Marsia (S. Benedetto). Durante gli anni della lotta per le investiture, tra il Papa e l'Imperatore, i Marsi appoggiarono il Papa e cosi subirono la vendetta dell'Imperatore che distrusse e incendio quasi tutti i castelli della zona, compresa Rocca Vecchia (Pescina).
Successivamente, nell'anno 1232, Federico II emanò un decreto imperiale che invitava i pescinesi a riattare ed ampliare il proprio castello.
Nel 1225 soggiorna a Pescina S. Francesco d'Assisi e fonda il monastero, che successivamente gli sarà dedicato.
Nel 1361, dopo trasferimenti temporanei, e definitivamente spostata la sede della Diocesi dei Marsi da Marsia a Pescina, con l'allora Vescovo Tommaso Pucci (di Pescina), che provvede anche al trasferimento delle reliquie di S. Berardo.
Nel 1440, nasce a Pescina Paolo dei Marsi o Paolo Marso, poeta e umanista.
Il feudo è stato restituito all'Araldica Duosiciliana
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